Il Semplice è in se stesso Differente

Hegel che in generale nelle sue Lezioni di storia della filosofia mostra di non apprezzare gran che il sistema leibniziano– in quanto strutturato mediante        ‹‹pensieri … esposti in maniera narrativa senza logica concatenazione concettuale … a guisa di romanzo metafisico ›› -, considera però con estrema attenzione il principio degli indiscernibili, proprio perché per suo mezzo la teoria dell’individualità di tutte le sostanze può guadagnare tutto il suo valore: esso – dice Hegel- ha ‹‹un senso più profondo›› di quanto prima facie lasci intendere la sua formula generale; il suo vero significato è che ogni cosa è in se stessa qualcosa di determinato, che si distingue ‘in se stessa’ da altro. Leibniz, infatti, nel §2 dei Principi razionali della Natura e della Grazia, espone così il criterio di intelligibilità degli indiscernibili: ‹‹Una monade, sia ‘in se stessa’ sia in ciascun momento [della sua esistenza], può essere distinta da un’altra solo per la qualità delle sue azioni interne,cioè per le percezioni e le appercezioni: a) la percezione è la rappresentazione del Composto nel Semplice, ossia la rappresentazione di ciò che è all’esterno; b) l’appercezione è la tendenza [ a passare ] da una percezione all’altra, e costituisce il principio del mutamento della monade. Infatti, la semplicità della sostanza non è per nulla di impedimento alla molteplicità di queste sue modificazioni, le quali anzi devono necessariamente trovarsi insieme nella stessa sostanza semplice, e devono consistere nella varietà delle relazioni con le cose che le sono     esterne ››. Hegel deve aver tenuto presente proprio questo passaggio fondamentale della filosofia di Leibniz, quando scrive che in essa c’è una ‹‹determinazione importantissima››, ovvero che nella sostanza individuale ‹‹è posta la negatività, la determinatezza, senza ch’essa perda la sua semplicità e il suo essere dentro se stessa. Più precisamente, è contenuto qui l’idealismo per cui il Semplice è in se stesso Differente, e nonostante il suo mutamento è tuttavia Uno, e rimane nella Semplicità: per esempio io, il mio spirito. Io ho molte rappresentazioni, è in me una ricchezza di pensieri, e tuttavia, nonostante questa differenziatezza, resto uno … Questa è la differenza assoluta, quel che si chiama concetto; quel che nella semplice rappresentazione è reciprocamente estrinseco, viene qui tenuto assieme››. Questa, prosegue Hegel, ‹‹è la parte più interessante della filosofia leibniziana››: che insomma ogni pluralità sia racchiusa nell’unità ‹‹è un grande pensiero di Leibniz››.

Salvatore Cariati, Introduzione, in Leibniz, Discorso di Metafisica, Milano 1998.

 

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